8 Febbraio 2023

MILANO UNICA. LE MIE IMPRESSIONI DELLA GIORNATA VISTE DAL RUOLO DI SEARCHER Tra luci e anche ombre.

Dopo 1 km abbondante ,che a piedi si deve affrontare dalla stazione di RHO FIERA ,arrivo alla fiera vera e propria.

Con un collega collaboratore mi son dato appuntamento all’ingresso della hall 12.

Dopo molti anni in cui ho partecipato a Milano Unica da espositore e da collaboratore per i miei committenti, quest’anno per la prima volta sono al di là della barricata.

Anche se in passato avevo ricoperto il compito di searcher, ma mai esclusivamente, oggi mi devo dedicare alla sola ricerca.

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

La fiera si apre con un piccolo tunnel dove un insieme di giochi di luce, tra l’altro molto suggestivi, ci porta all’area tendenze e sostenibilità. Le tendenze moda sono divise per temi/colore come da sempre. I tessuti esposti sono variegati ma non sempre rispecchiano il vero DNA dell’azienda espositrice.

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

Molti rappresentano il cosiddetto “richiamo per le allodole” .La parte sostenibile è sempre ben più ampia a conferma dell’attenzione che Milano Unica dedica a questo settore sempre più importante e imprescindibile.

Dopo un occhiata e preso qualche annotazione su aziende “nuove “ da tenere in considerazione,  mi dirigo dentro la vera e propria fiera. Il primo padiglione è quello degli accessori..Una sbirciata veloce perché non è di interesse per il mio compito e proseguo fino alla hall 12 ovvero il padiglione di Moda In Fabrics che racchiude la maggior parte dei produttori pratesi.

Il mio collega è leggermente in ritardo e quindi ho l’occasione di girovagare tra i corridoi salutando amici imprenditori e tecnici e raccogliendo le prime impressioni.

Arrivato il mio collega, con la tappa caffè, facciamo il punto della situazione.

Individuato i clienti da visitare in base alla storicità e al prodotto da selezionare, disegnamo una sorta di itinerario map da seguire.

Il tempo stringe e decidiamo di visitare inizialmente i clienti per importanza e logica prodotto , lasciando per ultimi quegli “nuovi”e forse dividendoci nel finale.

La mattinata vola e la pausa “Imbuto pranzo” ci fa capire che dobbiamo dividerci i clienti se vogliamo portare a termine con accuratezza la ricerca.

Riusciamo insieme a visitare tutti i clienti in Moda In Fabrics, invece nella hall 20 in IDEABIELLA,ci dividiamo i clienti.

Alla fine ci ritroviamo e visto il tempo esaurito ci salutiamo dandoci appuntamento dopo l’arrivo delle migliaia di tipi e c/c ordinate sulle scelte per cernitarle.

La giornata è finita.

In treno ho il tempo di raccogliere i miei pensieri e fare le mie considerazioni nel nuovo ruolo di questa giornata.

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

Per prima cosa finalmente dobbiamo dire che l’affluenza è stata davvero importante. Non si vedeva tanti clienti girare nei corridoi dal 2019.

Gli stand affollati e i rappresentanti finalmente impegnati a presentare le collezioni delle loro rappresentate

Un dato che ci permette di guardare al futuro finalmente con un sorriso, e la speranza che il peggio sia passato.

L’altro dato è anche la qualità della clientela, che si è rivelata significativa. I brand più “importanti” hanno affollato gli stand con interesse.

La clientela di Milano Unica  per natura e storicità è prettamente italiana ma si son visti anche importanti clienti stranieri europei e anche di oltreoceano che hanno portato entusiasmo tra gli imprenditori.

Mi son reso conto che i clienti che affollano le fiere hanno sempre meno tempo. Io ad esempio se fossi stato solo non sarei riuscito a visitare molti espositori che avevo in programma.

I costi sono sempre più incisivi e al massimo si può dedicare una sola giornata per fare ricerca.

Ma lo scopo della fiera è proprio quello di concentrare in una giornata il maggior numero di appuntamenti. Appuntamenti che sia per il confezionista sia per l’espositore in altro modo sarebbe impossibile da riuscire a fare in brevi tempi.

I rapporti azienda cliente hanno sempre maggiore importanza e quindi le sinergie tra le parti diventano fondamentali.

Se questi dati rappresentano le luci della fiera, le ombre purtroppo dobbiamo accreditarle al prodotto.

Specie in Moda In Fabrics gli imprenditori sembrano aver giocato in difesa nell’approntare le proprie collezioni.

Oggi , sicuramente dovuto ai costi ,il prodotto di fascia bassa sembra diventato un marchio di fabbrica .

Quello che una volta era il prodotto medio, invece ha sostituito il prodotto di fascia alta. La ricerca delle collaborazioni con i brand fast fashion dai grandi numeri è diventato l’obbiettivo primario. Il prodotto di conseguenza è costruito in base al prezzo di vendita, a scapito della ricerca, delle performance e della qualità.

Discorsi di corridoio riportavano..”se cerchi un bell’unito sicuramente riesci a trovarlo, ma l’impresa ardua è riuscire ad abbinarci una fantasia…oppure “hanno begli uniti ma le fantasie un si guardano”

In effetti gran parte delle collezioni erano imbottite di uniti, prettamente tinti pezza, miscelati tra prodotti nazionale e importazione, mascherati con qualche ricamo o stampe o una lavorazione particolare, con il tinto filo marginale, le fantasie minimaliste, qualche riga e alcuni jacquard inseriti in collezione solo per il fatto che sono in tendenza..la ricerca alla fine era concentrata sui temi colore.

Il risultato è che in alcuni casi le collezioni si presentavano pese a volte noiose da visualizzare e in altri invece un potpourri di articoli senza un vero filone logico.

Mettiamola così, a volte si aveva l’impressione che trovare l’articolo che si cercava era aver pelato ramino.

Sicuramente un dato che deve far riflettere. Ripeto non so se ciò si dovuto o voluto, forse un insieme di cose..Scelte aziendali? forse presentare più uniti porta a pensare maggiore facilità di vendita? o forse le nuove generazioni di tecnici/disegnatori non hanno dato quel valore aggiunto dei precedessori?

Insomma l’articolo “FURBO” è ancora un cult?

Costruire le collezioni non è facile e sicuramente sono molto costose, ma presentarle banali, piatte senza un filone logico ha poco senso.

Nel padiglione di Ideabiella, forse per il tipo di prodotto o per la storicità delle aziende le collezioni si presentavano più omogenee e costruite almeno con più logicità e meno poesie.

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

Un altro dato da analizzare è legato alla sostenibilità.

Ormai un tema che è sempre più importante.

Devo dire che però sono rimasto molto deluso, perché se da una parte le aziende sono quasi tutte certificate ,l’impegno che esse mettono nel cercare di produrre articoli sostenibili con buoni temi moda è molto limitato.

I motivi? gli imprenditori si giustificano con la difficoltà nell’approvvigionare i materiali, e per i costi finali degli articoli che a loro dire poi spaventano i clienti portandoli a comprare di conseguenza gli articoli cosiddetti normali. Quindi perché investirci? La domanda mi sorge spontanea. Ci crediamo o non ci crediamo alla sostenibilità, perché se tutto si rapporta al solo business allora è il concetto di base che è sbagliato.

Quando si fanno i calcoli per raggiungere le percentuali minime in un articolo per poterlo certificare sostenibile allora tutto ha poco senso.

Purtroppo per i confezionisti o i brand che sono certificati trovare articoli veramente sostenibili interessanti diventa una chimera.

Si può sicuramente affermare che ancora oggi per la sostenibilità, diciamo che son più discorsi che fatti.

Speriamo che in tempi brevi si arrivi a produrre finalmente articoli sostenibili e che abbiamo interesse moda per il bene di tutti.

Naturalmente sono impressioni mie, viste con l’occhio di chi disegna le collezioni e per una vera volta da chi deve attingere da quelle collezioni. I miei pensieri sono per far riflettere o aprire un dialogo di confronto e non certo per critiche offensive. Non si può certamente generalizzare, ma se ancora la maggioranza porta a questi dati allora siamo ancora lontani da poter tornare e pensare che siamo sulla strada giusta.

Molti espositori saranno presenti anche a Premier Vision Paris. Credo che qualche cartuccia se la saranno lasciata per sparare in quella fiera, quindi vedremo e trarremo poi altre conclusioni.

S.B.